ricco
di fallimenti, privo di gioia,
se
non all’inizio col Sorriso tuo,
anche
s’a tua volta e sinceramente
un
Anno Buono Tu augurato m’avevi.
L’ultima
parola tua dell’anno scorso
fu
augurarmi un Anno Sereno,
l’ultima
parola tua, pur dell’anno in corso,
chiedermi
è stata d’il tuo pattume buttar via, via,
via
com’hai fatto con me.
Buttar
via mi facesti il tuo pattume,
l’ultima
cosa fu ch’hai a me chiesto:
per
Te fatto io l’avrei comunque, com’ho fatto,
ma
quel che mi duol è il gesto,
quasi
foss’io l’immondo pattume.
E
nel nuovo anno invece ricordo
al
vederci la tua e mia linda Gioia,
forte
forte t’abbracciai sperando
ch’ancor
più ci sarem avvicinati,
com’era
fin allora stato e poi fu:
questo
il mio augurio,
augurato
t’avevo ogni Bene,
ed
anche Tu Buon Anno m’augurasti,
contribuendo
invece, con la lascività tua,
a
farmel esser da immondo pattume.
Perché,
nonostante la precarietà di molto,
eri
Tu la mia Gioia, la mia Forza,
men
venuta quando più bisogno ne avevo,
l’ottimismo
a farmi perder contribuendo,
ma
nonostante questo ed altro forte tengo.
Buon
Anno Nuovo nonostante tutto,
ricco
di Cose Belle, le Migliori,
augurandomi
di potertele dare io,
di
tornar a viverti e stringerti a me,
com’in
Quel Tempo sempre più lontano da noi.
Poesia scritta il 31 dicembre 2014