Come
l’America vogliamo sembrar,
ogni
libertà vogliamo noi dare
senza
nemmeno saperlo fare
manco
a volerci riuscire.
Con
un piede in due scarpe noi viviamo,
in
diritti umanitari impegnati siamo,
quand’esiste
la parola “Pace”,
a
finanziare la guerra.
Camminiamo
per la Pace ad Assisi
mentre
poi la guerra c’è fin qui,
fin
dentro la nostra capitale
e
gli animi nostri.
Fin
dentro i nostri cuori d’amar incapaci
e
denunciam i vicini, perfino i parenti
e
chi scomodo ci è per la libertà
nostra
ma non altrui.
Ad
ogni diritto s’accompagna un dovere
ma
in pochi lo san e fan come gli pare,
senz’alcun
problema né scrupolo
per
nessun altri che sé.
Politica
corrotta, ogni cosa è concessa
ed
il giudizio rasenta l’assurdo,
non
si capisce più niente,
ogni
cosa è vietata.
Diritti
agli animali, agli animali com’umani
e
proprio non si sa più cos’inventare
ma
in qualcosa creder pur bisogna
e
nuovi idoli s’inventano.
Ma
il senso si smarrisce del Creatore,
dell’esistenza
si smarrisce il senso
e
proprio andiam alla deriva
col
nostro gommone.
Qui
nessun li vuole, li s’accoglie a Lampedusa,
lodiam
la Fratellanza ma sui muri poi si scrive
incitati
dall’odio, dal razzismo,
rivoluzionari.
Ascoltiamo
i leader, ascoltiamo il Papa,
ma
poi come ci pare noi facciamo:
come
ci pare noi facciamo,
società
alla deriva.
E
si loda la Famiglia tradizional,
Uomo
e Donna imprescindibili,
e
la si sfalda di diritto,
legalmente.
Non
vuoi due Mamme? Due Papà Tu avrai,
il
Bambino com’un oggetto non più Sacro.
E
diam la libertà per ogni cosa a tutti,
senza
però mai accettarla dagli altri.
A
nascondin da piccoli si giocava,
le
ginocchia poi ci sbucciavamo,
ai
bambini l’i-Pad diamo
e
poi ci lamentiamo.
Abbiamo
da ridir sul produr a basso costo all’estero
ma
compriamo prodotti usa-e-getta dai cinesi,
spinti
da pubblicitari annunci allettanti,
nuocendo
alla nostr’economia.
Libertà
d’informazione, questa fandonia,
non
vedi, Tu, ch’il mondo a fondo va?
Tutti
a raccontar scandali da tasche:
libertà
di disinformazione.
Attento
alle parole, Tu che sei un giornale,
Tu
che in onda mandi, a tutti quanti
dacci
un bell’esempio fungendo
da
modello positivo.
Ed
è molto meglio non sapere, certe volte, tante,
tanto
oggi più saggi noi non li diventiamo,
sol
più confusi ma... “Chi se ne frega,
meglio
i soldi...”, oh corruzione...
I
problemi veri per secondari passano
e
nessun poi li risolve mai:
proprio
avanti così
non
si va.
Troppissime
notizie discordanti tra loro,
si
dice tutto e di tutt’il contrario,
non
ci capisce più niente
e
tutto ristagna.
Sensazionalismi,
della politica scandali nocivi
a
scapito del Bene d’un Paese alla deriva:
ma
mai dir solo le cose costruttive,
anche
se non solo positive?
La
Luce c’è col buio, il Bene c’è col male,
accanirsi
è ingenuo verso culture
di
noi molto meno libertine:
noi
così eravamo.
In
una società oltre i limiti viviamo
e
per ogni cosa ce la prendiamo,
cose
deliranti noi vogliamo
ma
non le tolleriamo.
Proprio
non c’entra l’esser più sordo
di
chi non vuol sentir, non c’entra:
giunti
siamo in un mondo
delirante,
alla deriva.
Davver
c’è troppo eccessivo rumor,
sui
nostri schermi, al tigì, al picì,
perfino
sui nostri giornali:
il
Bene rumor non fa.
E
più non si capisce ma è la libertà
d’informazione
disinformata,
libertà
di disinformazione.
Vuoi
Tu un mondo così?
Poesia
scritta il 7 gennaio 2015
in
occasione della reprimenda,
rivolta
tra l'altro a politici e giornalisti,
da
parte di padre Campetella
ai
funerali di Pino Daniele,
e
riproposta il I agosto 2015
in
occasione della polemica
sull'uccisione
del leone Cecil
ed abnormi banalità politiche
ed abnormi banalità politiche
mentre
il mondo va a fondo,
appesantito
da problemi
ben
più vitali e prioritari