mercoledì 7 gennaio 2015

Libertà di disinformazione




Come l’America vogliamo sembrar,
ogni libertà vogliamo noi dare
senza nemmeno saperlo fare
manco a volerci riuscire.

Con un piede in due scarpe noi viviamo,
in diritti umanitari impegnati siamo,
quand’esiste la parola “Pace”,
a finanziare la guerra.

Camminiamo per la Pace ad Assisi
mentre poi la guerra c’è fin qui,
fin dentro la nostra capitale
e gli animi nostri.

Fin dentro i nostri cuori d’amar incapaci
e denunciam i vicini, perfino i parenti
e chi scomodo ci è per la libertà
nostra ma non altrui.

Ad ogni diritto s’accompagna un dovere
ma in pochi lo san e fan come gli pare,
senz’alcun problema né scrupolo
per nessun altri che sé.

Politica corrotta, ogni cosa è concessa
ed il giudizio rasenta l’assurdo,
non si capisce più niente,
ogni cosa è vietata.

Diritti agli animali, agli animali com’umani
e proprio non si sa più cos’inventare
ma in qualcosa creder pur bisogna
e nuovi idoli s’inventano.

Ma il senso si smarrisce del Creatore,
dell’esistenza si smarrisce il senso
e proprio andiam alla deriva
col nostro gommone.

Qui nessun li vuole, li s’accoglie a Lampedusa,
lodiam la Fratellanza ma sui muri poi si scrive
incitati dall’odio, dal razzismo,
rivoluzionari.

Ascoltiamo i leader, ascoltiamo il Papa,
ma poi come ci pare noi facciamo:
come ci pare noi facciamo,
società alla deriva.

E si loda la Famiglia tradizional,
Uomo e Donna imprescindibili,
e la si sfalda di diritto,
legalmente.

Non vuoi due Mamme? Due Papà Tu avrai,
il Bambino com’un oggetto non più Sacro.
E diam la libertà per ogni cosa a tutti,
senza però mai accettarla dagli altri.

A nascondin da piccoli si giocava,
le ginocchia poi ci sbucciavamo,
ai bambini l’i-Pad diamo
e poi ci lamentiamo.

Abbiamo da ridir sul produr a basso costo all’estero
ma compriamo prodotti usa-e-getta dai cinesi,
spinti da pubblicitari annunci allettanti,
nuocendo alla nostr’economia.

Libertà d’informazione, questa fandonia,
non vedi, Tu, ch’il mondo a fondo va?
Tutti a raccontar scandali da tasche:
libertà di disinformazione.

Attento alle parole, Tu che sei un giornale,
Tu che in onda mandi, a tutti quanti
dacci un bell’esempio fungendo
da modello positivo.

Ed è molto meglio non sapere, certe volte, tante,
tanto oggi più saggi noi non li diventiamo,
sol più confusi ma... “Chi se ne frega,
meglio i soldi...”, oh corruzione...

I problemi veri per secondari passano
e nessun poi li risolve mai:
proprio avanti così
non si va.

Troppissime notizie discordanti tra loro,
si dice tutto e di tutt’il contrario,
non ci capisce più niente
e tutto ristagna.

Sensazionalismi, della politica scandali nocivi
a scapito del Bene d’un Paese alla deriva:
ma mai dir solo le cose costruttive,
anche se non solo positive?

La Luce c’è col buio, il Bene c’è col male,
accanirsi è ingenuo verso culture
di noi molto meno libertine:
noi così eravamo.

In una società oltre i limiti viviamo
e per ogni cosa ce la prendiamo,
cose deliranti noi vogliamo
ma non le tolleriamo.

Proprio non c’entra l’esser più sordo
di chi non vuol sentir, non c’entra:
giunti siamo in un mondo
delirante, alla deriva.

Davver c’è troppo eccessivo rumor,
sui nostri schermi, al tigì, al picì,
perfino sui nostri giornali:
il Bene rumor non fa.

E più non si capisce ma è la libertà
d’informazione disinformata,
libertà di disinformazione.
Vuoi Tu un mondo così?


Poesia scritta il 7 gennaio 2015
in occasione della reprimenda,
rivolta tra l'altro a politici e giornalisti,
da parte di padre Campetella
ai funerali di Pino Daniele,
e riproposta il I agosto 2015
in occasione della polemica
sull'uccisione del leone Cecil
ed abnormi banalità politiche
mentre il mondo va a fondo,
appesantito da problemi
ben più vitali e prioritari

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